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Sesso con la vicina di casa

Sesso con la vicina di casa

Sono un single convinto, alla soglia dei cinquanta, con un matrimonio fallito alle spalle, fortunatamente senza figli, e un po' di storie che, appena diventavano qualcosa di più di una scopata, iniziavano a creare problemi…gelosie, recriminazioni senza fondamento, pretese e quanto altro le donne riescono ad inventarsi. Ed è stata questa la molla che mi ha portato a fare sesso con la mia vicina di casa, aiutandomi a  lasciare per sempre alle spalle il mio passato.

Ho definitivamente capito che in campo sentimentale ho già dato. Da quando ho scopato la mia vicina di casa, ha compreso che quello che mi serve ora è di trovare donne che siano disponibili a divertirsi insieme senza complicanze. Anche perché il mio lavoro è abbastanza impegnativo, itinerante e mi costringe a cambiare con frequenza città dove risiedere per periodi più o meno lunghi.

Lo confesso, sono un militare di carriera, anche di alto grado. La mia devozione va alla patria e alla figa, nell’ordine. Due anni fa mi hanno trasferito in una bellissima città del Sud Italia. Normalmente non vivo in caserma ma prendo una casa per avere la libertà di portarmi tutte le donne che riesco a coinvolgere. In questa nuova destinazione ho trovato una villetta a schiera proprio carina, con molto verde e sufficiente privacy.

La mia villetta era tra quella di un vecchietto rimasto vedovo da poco che non riceve molte visite e quella di una coppia ancora giovane, entrambi intorno ai quaranta, con i quali ci salutiamo cordialmente ma niente più. Il marito della mia vicina di casa lavorava tutto il giorno mentre lei faceva la casalinga.

La sera non si vedevano e non si sentivano, probabilmente guardavano i loro programmi in tv e poi a letto presto, spero per loro per delle sane scopate. Con questa situazione ottimale sono riuscito a mantenere la mia privacy anche quando mi portavo a casa qualche occasionale amica. Dopo un po' che mi ero trasferito lì, ho notato che la mia vicina di casa iniziava a passare più tempo in giardino.

Ecco come sono riuscito a scoparmi la vicina

Spesso, quando mi vedeva sotto il portico, si affacciava alla recinzione e mi salutava per scambiare qualche parola. Sempre più spesso, sempre più cordiale, sempre più confidenziale. Io per contro non cercavo mai per primo di approcciarla, perché una delle mie regole è di mantenere le distanze dai vicini, soprattutto dalle mogli dei vicini, per non avere problemi, data la mia posizione. Solo per cortesia e per buoni rapporti rispondo sempre quando vengo interpellato. Ma ormai mi era chiaro che la vicina stava pensando a qualcosa. Oltretutto da un po' aveva iniziato a fare commenti su alcune delle donne che vedeva arrivare da me.

La mia meraviglia era come facesse a vederle, visto che arrivavo con loro in macchina, ne uscivamo solo quando eravamo nel garage e accedevamo alla casa dalla porta interna del garage. Ma le donne, si sa, hanno mille risorse. Ho continuato a restare sul vago ma non è durata a lungo.

Va detto che la mia vicina è una donna decisamente piacente, non molto alta, formosa ma decisamente sexy, soprattutto per le scollature abbondanti che coprono a malapena le tette decisamente grandi e piene e per il suo culo da nera che fascia in fuseaux e pantaloncini di una taglia in meno della sua. E un bel giorno siamo arrivati alla resa dei conti. Ricordo benissimo quando un giorno si è affacciata alla recinzione salutandomi e chiedendomi di avvicinarmi perché doveva chiedermi una cosa importante.

Già mentre mi avvicinavo sentivo che sarebbe scoppiata una bomba, e ne ho avuto la prova appena mi ha detto:” mi scoperesti come scopi le troie che porti a casa tua?”. Per un attimo ho temuto di non aver capito, poi mi è mancato il fiato e, una volta ripresomi, non ho saputo dire altro che “certo che si”. Lei ha subito chiuso rispondendo: “bene, allora domani sera vengo da te, non portare nessuna” e se n’è andata. Una ridda di pensieri mi è passata per la testa. Avevo contravvenuto ad una mia regola fondamentale ma era davvero stato preso alla sprovvista. Non sapevo come fare per evitare questa situazione.

Mi sono scervellato per tutto il giorno seguente ma non ho potuto fare altro che aspettare che arrivasse per chiederle come facesse a sapere come scopavo le altre. E la sera è arrivata, ma non dalla porta principale, bensì entrando dalla porta sul retro. Me la sono trovata davanti in salotto mentre bevevo una birra nell’attesa di sentirla suonare.

Aveva la chiave della porta sul retro. Minigonna di pelle a coprire pressoché niente delle sue cosce e del suo culo. Calze a rete con la clip del reggicalze che si vedeva. Magliettina di pizzo attillatissima, senza reggiseno, che lasciava che le sue tette straripassero dal bordo. Il tutto su tacchi a spillo da 12 centimetri. Uno schianto.

Ero senza fiato sia per la sorpresa di essermela trovata davanti all’improvviso sia per tutto quel ben di Dio offerto al mondo. “Prima che tu me lo chieda”, mi ha preceduto, “ho la chiave perché mi scopavo quello che viveva qui prima di te. E ti ho chiesto di scoparmi come le tue troie perché mi sono goduta molte delle tue scopate masturbandomi come una matta nell’ombra del corridoio mentre voi scopavate”. Ho scoperto così come faceva a sapere, oltre al fatto che il marito era sempre troppo stanco dal lavoro per scoparla come piace a lei.

Chiarito questo abbiamo smesso di parlare. Lei è venuta verso di me, è salita sul divano, mi ha messo la figa in faccia e mi ha ordinato di leccargliela. Le ho obbedito, facilitato dal fatto che non aveva le mutandine. Mi colava in faccia tutto l’umore della sua figa eccitatissima.

Ho allungato in alto le mani a strizzarle le tette liberandole dalla micromaglia di pizzo. Ha iniziato ad urlare istigandomi a farle male strizzandole più forte possibile. Dopo un po' l’ho fatta mettere in ginocchio sul divano, i piedi fuori e le mani appoggiate sullo schienale. Mi sono messo dietro di lei, le ho sollevato la gonna di pelle sulle chiappe piene ed abbondanti. Vedere quelle due masse sferiche che uscivano dal bordo della gonna e contornavano come due gole scoscese l’ingresso della sua grotta, il suo buco del culo, mi ha fatto perdere la ragione.

Senza nemmeno chiederglielo le ho appoggiato il cazzo sul buchino prelibato, ci ho sputato sopra e con un colpo glielo ho infilato nel culo. Non ha opposto la minima resistenza, anzi, ha urlato dal piacere supplicandomi di sbatterglielo più in fondo possibile. Appena ha sentito che era tutto dentro ha iniziato a muovercisi sopra con movimenti avvolgenti, facendo scorrere fuori sino alla punta e poi risucchiandolo di nuovo dentro.

Una forsennata così amante del cazzo nel culo non l’avevo mai trovata. In pratica non abbiamo quasi nemmeno scopato nella figa. Si è fatta sbattere nel culo in tutte le posizioni possibili, offrendomelo incondizionatamente. Alla fine, dopo che era venuta almeno tre volte, sentendo le palle scoppiarmi, l’ho tirato fuori e glielo ho dato da succhiare. Ci si è gettata con ingordigia, anche stavolta non lasciandone fuori dalla gola nemmeno un centimetro.

Quando ho sborrato l’ho fatto direttamente nella sua gola, non nella bocca, ed è stata una sensazione incredibile perché il mio cazzo voleva esplodere ma mi faceva quasi male costretto dalle strette pareti del suo esofago. Il mio sperma le è sceso direttamente nello stomaco e quel poco che è fuoriuscito dalle labbra lo ha raccolto e bevuto immediatamente.

Finalmente soddisfatta me lo ha lasciato tirare fuori ma ha continuato a tenerlo in mano finchè non è diventato impossibile da maneggiare. Durante la quiete dopo la tempesta abbiamo parlato di come fare per ripetere questa incredibile esperienza. Io le ho posto delle regole, che lei ha accettato, e tutto è filato liscio fino a che non mi sono trasferito di nuovo e ci siamo salutati da buoni ex vicini, augurandole che il prossimo inquilino fosse sempre un maschio single arrapato da poter scopare.

Aver contravvenuto, anche se non dipeso del tutto dalla mia volontà, alla regola di non scopare mai la vicina è stato un bene e la mia permanenza in quella città ha avvalorato la passionalità e la sensualità delle donne del sud.