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Sesso sadomaso: la mia prima volta

Sesso sadomaso

Sono un amante del sesso in tutte le sue declinazioni. Ho ormai un’età in cui posso dire di averne fate di tutti i colori, sempre alla ricerca del piacere derivante dalla pratica sessuale. Ho fatto anche tanti casini all’inseguimento di questa o quella donna, della situazione pericolosa ed eccitante, ma non mi pento di niente. Insomma, il sesso è stata una parte fondamentale della mia vita. Sadomaso incluso, di cui oggi vi racconto com'è andata la mia prima volta.

Devo fare una premessa in merito. Da giovane non avrei mai pensato di provare piacere nella pratica del sadomaso. Il sesso mi piaceva praticarlo in maniera tradizionale, un cazzo e una figa, due corpi che si scambiano forti emozioni ma nessun attrezzo di mezzo. Piacere e non dolore. Ma come sempre “mai dire mai”. Vorrei aggiungere che ho sempre pensato che per amare le pratiche sadomaso, a mio parere, ci si devesse essere portati, si devesse avere una mentalità predisposta alla trasgressione estrema, ed io pensavo non facesse parte di me. Quanto mi sbagliavo.

Grazie ad una donna incredibile, di una sensualità oltre la media, passionale e coinvolgente oltre ogni misura, ho avuto la mia prima esperienza sadomaso. Ma andiamo per ordine. Quando, ormai non più sbarbatello, alla ricerca come sempre di nuove donne per nuove emozioni, ho incontrato Flavia, una donna un po' più grande di me ma decisamente bella, eccitante, sensuale e che mi avrebbe potuto dare forti emozioni qualora fossi riuscito a scoparla.

Sin dalle prime battute mi è stato chiaro che era una donna che sapeva quello che voleva, dal carattere forte, ironica e allusiva al punto giusto. Non ci abbiamo messo molto a legare e a buttarci uno addosso all’altra affamati di piacere e libidine da soddisfare. Il primo scontro è stato in campo neutro, un appuntamento al bar per un caffè che è finito al bagno tra urla e umori sparsi dappertutto.

Avevo notato che amava il sesso duro, che mi chiedeva di strizzarle tette e culo fino a provare dolore. Ha voluto che le infilassi tutta una mano nella figa e che stringessi il pugno una volta dentro. Nello stesso tempo lei si tirava i capezzoli così forte che pensavo se li strappasse. Sembrava più uno scontro fisico che un amplesso amoroso. Ne ho attribuito il motivo al luogo dove stavamo scopando e all’eccitazione dovuta alla eccezionalità della situazione. Un bagno pubblico dove potevamo essere scoperti da un minuto all’altro. Invece poi ho capito il perché.

Qualche giorno dopo il nostro incontro Flavia mi chiama e mi chiede se potevamo rivederci, stavolta a casa sua, per cenetta e dessert particolare. Memore del primo incontro non mi è sembrato vero poter fare il bis. Già immaginavo quale porcherie le avrei fatto fare, ma la realtà seguente ha superato la mia immaginazione, anzi, l’ha annichilita. Sono arrivato in orario all’appuntamento con un mazzo di fiori, da signore quale sono. Mi ha aperto la porta una valkiria in gonna cortissima di pelle nera che quasi non le copriva il culo, giubbino corto sempre in pelle nera lasciato aperto davanti sopra un corpetto in latex rosso fuoco che a malapena conteneva le sue grandi tette. Calze a rete e tacco altissimo. Ho faticato a deglutire per qualche istante.

Non ho fatto in tempo ad entrare che mi ha ficcato un palmo di lingua in bocca e messo la mano sul cazzo. Non abbiamo cenato, chiaramente, ma mi ha portato direttamente in camera da letto. Qui la sorpresa. Ha aperto il cassetto del comò, mi ha mostrato un assortimento di oggetti per il sadomaso che avrebbero fatto invidia ad un sexy shop e mi ha detto: stasera devi farmi male!

Confesso che ho avuto un attimo di sbandamento, non avevo mai usato attrezzi sadomaso, solo a volte dei toys, ma non mi sono spaventato. Cercava il dolore? E dolore avrebbe avuto. Il gioco l’ha condotto lei ed io sono stato ben felice di assecondarla. Mi ha fatto spogliare e si è spogliata anche lei, rimanendo solo con il corpetto in latex, calze a rete e tacchi. Ha preso dal cassetto una mascherina che si è messa sul viso.

Ha preso delle manette foderate di pelo per non farsi abrasioni pesanti nell’eventuale foga del sesso e ha tirato fuori anche uno dei più grandi toys in silicone che abbia mai visto. Si è messa in ginocchio sul divano che aveva davanti al letto a baldacchino e mi ha chiesto di fissarle le manette ai polsi e alle sbarre del letto.

Mi ha poi chiesto di iniziare a leccarle la figa ed il buco del culo da dietro. Quando si è sentita sufficientemente pronta e bagnata mi ha detto di mettere il lubrificante sulla punta del toy e di iniziare ad infilarglielo nella figa. Le ho chiesto se ne fosse sicura, perché era davvero grosso di diametro, con delle protuberanze su tutta la lunghezza e decisamente molto lungo. Mi ha urlato di non discutere e di iniziare ad infilarglielo. A quel punto le mie remore sono svanite e ho deciso che le avrei fatto davvero male.

Ho iniziato ad inserire solo la punta dentro fermandomi alla prima protuberanza e muovendolo avanti ed indietro. Lei gemeva e cercava di infilarselo ancora più a fondo, ma io lo ritraevo ogni volta che ci provava. Alla fine, quando ho visto che stava impazzendo dalla voglia di sentirsi sfondata l’ho affondato di più, fino alla fine.

Erano 25 cm buoni e ho iniziato a ruotarglielo dentro la figa in maniera che sentisse le protuberanze sbatterle sulle pareti. Urlava da far paura e si dimenava talmente tanto che ho pensato potesse far crollare il baldacchino a cui era ammanettata.

Avevo visto una frusta, di quelle piatte e larghe di cuoio, nel cassetto. Sono andato a prenderla e visto che c’ero ho preso anche un altro dildo, un po' più piccolo anche se non di tanto. Tornato da lei le ho infilato il nuovo dildo nel culo fino alla fine ed ho iniziato a colpirla con la frusta piatta sulle natiche, sulla schiena e sulle tette. Ad ogni frustata emetteva gemiti di dolore misto a piacere ma mi incitava a continuare ed io non mi sono fatto pregare, visto che ero eccitatissimo.

Le ho messo allora una benda sugli occhi e sono salito sul letto davanti a lei. Le ho messo il cazzo durissimo davanti alla bocca e le ho ordinato di succhiarlo. La brama con cui lei lo ha ingoiato ed ha iniziato a succhiarlo e leccarlo non la scorderò mai. Mentre lei succhiava io continuavo a colpirla sulla schiena, sul culo e sulle tette. Bendata, ammanettata, con il corpo coperto da segni rossi, vedendo il due dildo che le spuntavano dai due buchi, sentendo i suoi gemiti e le sue urla ho avuto l’orgasmo più violento di sempre.

Le ho riempito la bocca di sborra e più ne spruzzavo fuori più lei ne ingoiava. Sembrava un maiale che grufola sul trogolo e gode della broda che lecca lì dentro. La visione di quella donna procace, bendata, ammanettata, che gemeva ed urlava senza ritegno, con tutti rivoli di sborra che le colavano dagli angoli della bocca mi ha fatto venire voglia di scoparla a sangue.

Le ho liberate le mani dalle manette e tolta la benda. L’ho fatta distendere sul letto e dal cassetto magico ho tirato fuori le corde necessarie a bloccarle braccia e gambe ai quattro pilastri del baldacchino. Le ho messo un cuscino sotto al bacino per alzarle la fessura bagnatissima e dalle labbra gonfie come mai all’altezza che desideravo.

Ho preso delle clip che le ho attaccato ai capezzoli e le ho messo in bocca le sue mutande. Dopodichè, in ginocchio davanti a lei, le ho infilato il cazzo, di nuovo durissimo, nel culo ed ho iniziato a scoparla con violenza. Le ho conficcato nella figa il dildo che prima aveva nel culo e ad ogni spinta del cazzo fino in fondo al culo con il pollice le spingevo il dildo nella figa.

Ha avuto quasi subito un orgasmo dirompente, si contorceva come un animale agonizzante ma non poteva muoversi nè gridare. Per finire le ho stretto leggermente le mani intorno al collo e finalmente le ho sborrato tutto quel poco che rimaneva nel culo. La prima volta che facevo sesso sadomaso…esperienza indimenticabile!

Con Flavia ci siamo rivisti altre volte, mi ha introdotto a sua volta a giochini sadomaso che faceva su di me fino a farmene diventare un fautore. Oggi mi sento un uomo completo sessualmente, perché posso dire di aver conosciuto tutto, o quasi, perché nel sesso c’è sempre da imparare.