Mai avrei pensato di essere scopata in ufficio… con tutti i rischi del caso, ma ne è valsa la pena. Sono una donna che sta ormai per raggiungere il traguardo degli “anta”, 39 per l’esattezza. Mi sono sposata giovanissima con un uomo più grande di me di 12 anni. Lo amavo, era il mio principe azzurro, il mio sole, la mia galassia, il mio universo e per un molto tempo tutto è filato liscio. Grandi risate, grandi scopate e grande divertimento. Per essere onesta mi ha insegnato molto in tutti i sensi, ma ora è come se avesse staccato la spina.
Già da un paio di anni non mi guarda più come prima, non mi tocca con la stessa frequenza. All’inizio questo suo distacco, quasi disinteresse, mi ha messo in allarme ma poi piano piano ho smesso di preoccuparmene, forse perché anch’io ho bisogno di altre emozioni. Da ormai molti mesi non facciamo più sesso. Lui non è stato il primo uomo, ma sicuramente l’ultimo con cui ho avuto rapporti, per ben 20 anni. Ad un certo punto ho capito che era ora di fare nuove esperienze, e lasciare che il matrimonio andasse come doveva andare.
Sono una donna magra ma con tette e culo che si notano e grazie a questo sono molti gli uomini che mi guardano ancora quando vado in giro per strada. Ho iniziato a vestire anche in maniera leggermente più vistosa, tanto da lasciare intendere che qualcuno, se interessato e se di mio gusto, avrebbe potuto avere delle chance.
Non mi ritengo una messalina, una ninfomane alla quale ogni cazzo va bene, purchè sia duro e duraturo. Però ho sane pulsioni sessuali e in mancanza d’altro mi diletto con il mio dildo preferito. Mi piace usarlo, ma mi piacerebbe anche avere un bel cazzo in tutta la sua consistenza e morbidezza da poter manipolare ed infilare nei miei buchini. Si, buchini, al plurale, perché amo molto prenderlo nel culo e devo dire che in questo mio marito è stato bravo ad addestrarmi.
Il mio vestire in maniera diversa, ricambiare lo sguardo concupiscente degli uomini, ha portato i suoi frutti. Io lavoro nell’ufficio amministrativo di uno spedizioniere e chiaramente sono moltissimi i ragazzi che ci gravitano intorno. Molti di loro si sono accorti del mio cambiamento e alcuni hanno anche provato a farmi delle avances, ma non erano di mio gradimento, a parte uno, Elio. Un ragazzo di una decina di anni più piccolo di me, che lavora in magazzino, dove io spesso vado per controllare qualche pacco. Lo vedevo che appena entravo si fermava e iniziava a guardarmi ed io, con la voglia che avevo dopo tanta astinenza, accentuavo il mio camminare sculettando e lo guardavo fisso negli occhi.
È bastata una settimana di questo squadrarsi ed una sera che ero sola in ufficio e in magazzino c’era poco da fare eccolo comparire nel mio ufficio. È entrato, si è appoggiato allo stipite della porta dopo averla richiusa e mi ha chiesto, con una sfacciatezza totale: “non è che avresti voglia di fare sesso?”. Confesso che mi ha colta di sorpresa, ma quel suo modo diretto e prepotente di chiedermelo mi ha talmente eccitata che non ho risposto, mi sono avvicinata a lui, ho chiuso a chiave la porta dell’ufficio e, mettendogli la mano sul cazzo già duro, gli ho risposto che non solo ne avevo voglia ma che avevo bisogno di essere scopata a sangue.
Da lì in poi un’apoteosi.
Ci siamo avvinghiati l’uno all’altra spogliandoci a vicenda con le lingue avvinghiate. Una volta messami nuda ha spazzato di un colpo tutto quello che c’era su una scrivania e mi ci ha sbattuta sopra. Mi ha allargato le gambe ed ha iniziato a leccarmi la figa come se ne fosse assetato. Dopo avermi portata ad un livello di eccitazione altissimo mi ha girato, mi ha lasciato la testa sporgere dalla scrivania e mi ha infilato il cazzo in bocca. Quella posizione con il collo esteso dietro lasciava la gola completamente libera ed io mi sono trovata tutto il suo cazzo in bocca e sentivo la punta in fondo alla mia gola. Stavo per soffocare quando lo ha tirato fuori e poi, dopo avermi lasciata respirare, lo ha infilato di nuovo fino in fondo, e non era piccolo, vi garantisco.
È andato avanti così, ad infilarlo fino in fondo e tirarlo fuori per cinque minuti mentre mi stuzzicava il clitoride e mi metteva tre dita nella figa finchè non ha deciso che era ora di scoparmi. Mi ha di nuovo girata sulla scrivania e, lui in piedi di fronte a me, lo ha infilato dentro la mia figa. Ero talmente bagnata e pronta che è scivolato subito dentro ed io mi sono sentita riempita da tanta potenza e prestanza. Lo sentivo andare avanti ed indietro con foga, io con gli occhi chiusi, i brividi su tutto il corpo ed una tempesta di sensazioni che partivano dalla pancia per diffondersi su tutto il corpo finchè non ho urlato tutto il mio piacere in un orgasmo devastante, che mi ha fatto tremare e sussultare per un tempo infinito. Ma lui ancora non aveva finito.
Mi ha chiesto, in un impeto di gentilezza tardiva, dopo aver fatto di me tutto quello che voleva senza nemmeno preoccuparsi se mi piacesse o meno, se volevo che me lo mettesse nel culo. Mi ha di nuovo stimolato l’eccitazione e sempre senza parlare, mi sono messa a quattro zampe sulla scrivania, la faccia appoggiata al ripiano, le mani indietro ad allargare le chiappe e protendendo il mio culo magro ma ben fatto verso di lui con il buchino già aperto e pronto, bagnato da tutti gli umori che mi erano colati copiosamente dalla figa durante la meravigliosa scopata precedente.
Lui non ci ha messo subito il cazzo ma ha preso da terra uno dei timbri con il manico in legno che usiamo per i documenti, uno di quelli con il manico bombato che sembra proprio un plug anale, e me lo ha infilato nel culo tenendolo fermo con un dito. Mi ha poi infilato il cazzo nella figa ed ha di nuovo iniziato a scoparmi, stavolta con più calma, dedicandosi a muovere delicatamente il timbro avanti ed indietro nel mio culo. Dopo avermi preparata con questa operazione ha tirato fuori il cazzo dalla figa, il timbro dal mio culo, è salito con i piedi sulla scrivania e si è accucciato su di me infilandomi il cazzo nel culo. Ho sentito nettamente mentre mi saliva nell’intestino e ne apriva le pareti.
Ero così eccitata che sono venuta di nuovo in un attimo. Quando ha sentito che stavo venendo di nuovo, ha tirato fuori il cazzo, è sceso, ha girato intorno alla scrivania e mi si è messo di fronte per farmelo succhiare. Finalmente anche lui è venuto nella mia bocca, me l’ha riempita di sborra, talmente tanta che è traboccata in parte fuori. Non ne ho sprecata nemmeno una goccia, raccogliendo quella che usciva con le dita e rimettendola in bocca per ingoiarla.
Sono stati trenta minuti che mi hanno ridato la vita, trenta minuti in cui ho riscoperto la mia voglia di sesso, la mia capacità di godere con un cazzo che ci sa fare. Dopo quel giorno ci siamo rivisti altre volte, non in ufficio ma in altre situazioni egualmente eccitanti. Il mio matrimonio continua, Elio c’è sempre ma insieme a lui ci sono anche un altro paio di giovani ragazzi che mi danno quello che mio marito non mi dà più. Restano con lui gli anni passati insieme fatti di tante cose che non riguardano più il sesso, che ormai mi procuro fuori, in ufficio o dovunque me ne capiti l’occasione. Sono certa che lui lo ha capito, ma gli va bene così, ed a me pure.
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