Sono una donna come tante altre, né bella né brutta, ne alta ne bassa, ne magra ne grassa. Ho i capelli lunghi castani, le tette ed il culo abbondanti, i fianchi larghi ma la vita stretta, le gambe affusolate e la caviglia sottile. Il mio viso non è bello ma piacente, con lineamenti marcati. Nel complesso passo inosservata a molti ed eccito altrettanti, dipende da come mi vesto e da come li guardo.
Sono vittima di una dicotomia costante. In famiglia sono tutti cattolici osservati ed anche un po' bigotti, al lavoro devo essere irreprensibile per la forma e la professionalità che viene richiesta a noi impiegati per cui la gran parte della mia vita devo fare la persona seria, benpensante e soprattutto irreprensibile moralmente ed eticamente, secondo la logica comune del comportarsi bene. Io però non sono così. Io mi sento una puttana.
Ho un fuoco dentro che mi arde e mi consuma: amo il sesso, farmi scopare in tutti i modi e nei posti più disparati e pericolosi, amo il cazzo di un uomo che mi riempie la bocca e mi sfonda culo e figa. Per questo vivo una dicotomia continua.
Lavoro in una banca dove passa una marea di gente e molto spesso alcuni dei clienti che arrivano alla mia cassa mi fanno bagnare. Spesso devo accavallare le gambe sotto il bancone per evitare di gocciolarmi nelle mutande pensando di succhiare il cazzo del mio cliente, di sentirmelo venire in bocca e di gustarmi l’acro sapore della sua sborra strabuzzando gli occhi dal piacere.
Però non lo posso fare e il mio aspetto al lavoro, con i miei completi anonimi, con i capelli raccolti, le camicette abbottonate fino al collo a nascondere le tette ed il resto delle mie curve non stimola la fantasia maschile di quei clienti. Ma per fortuna spesso, fuori dal lavoro, riesco ad essere me stessa, vestirmi da puttana e avere quello che mi merito: il cazzo di un uomo che mi esplora tutte le cavità che ho, le sue mani che mi martoriano il corpo strizzandomi le tette i fianchi ed il culo, lasciandomi lividi all’interno delle cosce per la furia nello sbattermi.
Spesso la sera esco dicendo ai miei di andare con delle amiche a bere qualcosa ma invece vado nei posti più sordidi a rimediare energumeni che mi maltrattino ma che mi rendano felice di essere stata scopata a sangue. Solo una volta mi è capitato al lavoro che un cliente abbia capito chi veramente sono. È arrivato nel suo completo elegante con una serie di operazioni da fare per la sua azienda. Mi ha guardata negli occhi ed ha sicuramente visto quello che mi passava in testa.
Ha iniziato a farmi dei complimenti poi è passato subito a dirmi direttamente cosa gli sarebbe piaciuto farmi. Visto che lo lasciavo dire ha capito che aveva una buona occasione di farsi una puttana sul suo posto di lavoro e mi ha lanciato la proposta di vederci in bagno, andandosene subito dopo. La puttana che è in me ha prevalso, mi sono messa in pausa e l’ho seguito.
Appena entrata in bagno lui ha chiuso la porta e senza proferire parola mi ha girata di schiena e mi ha costretta con le mani appoggiate al lavandino. Mi ha sollevato la gonna, strappato le mutandine e ha iniziato a mettermi un dito nella figa. Non ha avuto difficoltà per quanto ero bagnata. Dopo un po' mi ha messo la mano sulla testa, me l’ha abbassata per farmi arcuare la schiena e mi ha infilato il cazzo nella figa.
Mi è sfuggito un gemito strozzato per aver sentito quanto era grosso e duro. Ha iniziato a spingere con forza avanti ed indietro, dicendomi quanto ero troia e chiedendomi quanto mi piacesse il cazzo. Non riuscivo quasi a rispondergli quanto lo volessi e quanto adorassi che mi stesse scopando perché dal piacere uscivano solo suoni strozzati. Lui però ha visto la mia voglia e senza esitare ha sfilato il cazzo dalla figa per mettermelo nel culo.
Il suo cazzo era talmente bagnato dai miei umori che è scivolato dentro senza nessuna fatica. Per non farmi mancare niente ha messo due dita nella mia figa e mi ha chiesto di masturbarmi il clitoride. Ho eseguito i suoi ordini alla lettera. Lui che mi scopava nel culo, mi masturbava con le dita ed io che completavo l’estasi del piacere toccandomi il clitoride. Non ho resistito a lungo ed ho avuto un orgasmo talmente forte che le gambe mi hanno ceduto e sono caduta in terra, sulle piastrelle del bagno.
Lui non si è scomposto ma visto che aveva la mia bocca a portata del suo cazzo si è messo a gambe divaricate davanti a me, io seduta a terra, e me lo ha infilato tra le labbra ordinandomi di farlo sborrare. Io ero ormai totalmente devastata dal piacere ma un cazzo in bocca è la mia passione. Mi ci sono avventata sopra e ho iniziato a succhiarlo ed ingoiarlo fino alla radice mentre venivo ancora scossa dai sussulti dell’incredibile orgasmo appena provato.
In un attimo lui è venuto riempendomi la bocca. Non ne ho sprecata nemmeno una goccia, ho raccolto anche quello che era traboccato fuori leccandomi alla fine le labbra. Soddisfatti entrambi nei nostri bisogni animali, si è lavato e salutandomi se ne è andato lasciandomi lì, seduta sul pavimento, sfatta e esausta. Non sono riuscita a tornare alla cassa. Mi sono sistemata alla meglio ed ho chiesto al mio capufficio di andare a casa perché non mi sentivo bene.
Lui ha creduto che la mia spossatezza e l’aspetto disfatto fosse dovuto a malessere e mi ha permesso di lasciare il lavoro. Una volta a casa ho dovuto masturbarmi di nuovo pensando a quello che era appena successo. Io sono una puttana, amo il cazzo di chiunque esso sia, che posso farci?
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